I Borsalino
I Borsalino
I Borsalino furono senza dubbio i maggiori protagonisti della vita economica e sociale della città di Alessandria alla fine del diciannovesimo e durante la prima metà del ventesimo secolo. Il rapporto della famiglia e dell’azienda con la città fu sempre molto stretto ed ebbe modo di manifestarsi in varie forme, compresa quella della committenza di opere pubbliche.
Giuseppe, il fondatore, aveva realizzato importanti iniziative di carattere sociale e assistenziale (l’Educatorio e le prime case per operai).
Il figlio Teresio, sviluppò molto questa sensibilità e si devono alla sua azione – e alla collaborazione con gli architetti Ignazio Gardella e Luigi Martini, e poi con Jacopo Gardella, figlio di Ignazio – realizzazioni importanti come gli acquedotti di Pecetto e di Alessandria (1924-27), l’Ospizio della Divina Provvidenza per madre Teresa Michel (1927), la Casa di riposo di corso Lamarmora (1930-36), il Sanatorio antitubercolare Vittorio Emanuele III (1935), il Dispensario antitubercolare e il Laboratorio di Igiene e Profilassi (1936-38). All’attività di tipo costruttivo si aggiunsero anche cospicui interventi di altra natura (lasciti, donazioni, provvidenze, ecc.) in favore dei propri dipendenti, delle loro famiglie e in genere della cittadinanza.
La terza stagione del mecenatismo Borsalino si realizzò infine ad opera del nipote di Teresio, Teresio Usuelli, che rappresentò la committenza per opere quali il padiglione degli infettivi all’Ospedale infantile (1950), la palazzina per impiegati dell’azienda (1950-52), la Taglieria del pelo (1952).
Come è stato osservato, il mecenatismo della Borsalino, con un investimento complessivo di oltre 50 milioni di lire del tempo, rappresenta un modello di elargizione e di interventismo a favore della collettività che lega direttamente l’azienda alla città passando per quel prodotto di eccellenza che è rappresentato dal cappello.
Albero Genealogico